Danno non patrimoniale da lavoro straordinario

In questo articolo spiegheremo quando lo straordinario è eccessivo e può dare diritto ad un risarcimento del danno.

Tempo di lettura: 4 minuti

Quando lo straordinario è eccessivo?

Partiamo dalla definizione di lavoro straordinario. Svolgiamo lavoro straordinario ogni volta che superiamo il normale orario di lavoro. La legge e il contratto collettivo o CCNL stabiliscono la durata massima della giornata e della settimana lavorativa.

Il lavoro straordinario ‘normale’ viene compensato dalla paga oraria maggiorata appunto per lo straordinario. La legge ed i CCNL poi prescrivono anche la durata massima dello straordinario, giornaliero e settimanale.

Ma cosa accade quando si sfora tale durata massima?

In questo caso, avremo uno straordinario eccessivo, e le conseguenze saranno quelle indicate dalla Cassazione.

Cosa dice la Cassazione per quantificare il danno?

La Cassazione con ordinanza n. 26450 del 29.9.2021 ha chiarito che il lavoratore che per anni abbia dovuto svolgere lavoro straordinario oltre la durata massima consentita dalla legge e dai contratti collettivi ha diritto al risarcimento del danno.

In questo caso,  si parla di danno da straordinario eccessivo.
Si tratta dunque di un danno da usura psico-fisica. Lo straordinario eccessivo infatti danneggia la salute del lavoratore, impedendogli un adeguato recupero delle energie. Per questo è un danno non patrimoniale, cioè non danneggia la sfera economica del lavoratore, ma un altro tipo di bene della vita.

In effetti, questo particolare tipo di danno incide sulla salute psico-fisica del lavoratore e sulla sua vita in famiglia e sulle sue relazioni sociali.

Cosa devo provare in tribunale?

Nel caso esaminato, la Cassazione ha chiarito che il lavoratore deve provare solamente lo straordinario effettuato, mentre il danno si presume. Lo straordinario va provato in termini di giorni ed ore lavorati.

Questo principio è nuovo per il diritto.  Ciò significa che il lavoratore non deve fornire anche la prova della sussistenza del danno, come invece normalmente accade.

Questa agevolazione deriva dall’art. 36 della Costituzione che prescrive che la durata massima della giornata lavorativa è stabilita per legge.
Ciò comporta che il superamento dei limiti di legge alla durata dello straordinario causa di per sé un danno al lavoratore.

Tale danno non viene compensato dalla semplice maggiorazione retributiva

Che risarcimento mi spetta rispetto al danno?

La Cassazione chiarisce che nel determinare il risarcimento del danno da straordinario eccessivo si deve tenere conto sia della pesantezza della prestazione straordinaria, sia della sua durata, sia della disciplina risarcitoria ricavabile dal contratto collettivo.

Non si può quindi indicare a priori una cifra a titolo di risarcimento, occorre una valutazione caso per caso da parte di un avvocato esperto del lavoro. Vanno infatti analizzati molti parametri: la durata del rapporto di lavoro, le ore di straordinario effettuate, le condizioni di lavoro.

Il caso specifico

La decisione della Cassazione appare importante e innovativa, perché consente di prescindere dall’eventuale prova documentale di un danno biologico. Di solito infatti si dimostra il danno basandosi su problematiche di salute già conclamate.

Tipicamente si indicano insonnia, gastrite, emicrania, ansia e simili quali conseguenze del superlavoro o comunque dello straordinario eccessivo.
Invece, grazie alla ordinanza citata non serve provare il danno, ma sarà sufficiente provare lo straordinario eccessivo.
Dovremo indicare con precisione testimoni o documenti che possano confermare quanto sosteniamo.

Perché rivolgersi ad un legale? E quale scegliere?

È dunque importante rivolgersi per tempo ad un avvocato esperto nel diritto del lavoro per fare analizzare la situazione e verificare se possiamo chiedere un risarcimento per lo straordinario eccessivo. Ricordiamo anche che c’è un tempo massimo per richiederlo, trascorso il quale si perde il diritto. Si tratta della prescrizione, che varia da caso a caso e bisogna tenere presente.

Chiedi quindi una consulenza quanto prima, per non rischiare di lasciar prescrivere i tuoi diritti e perderli definitivamente.

Lo Studio Daneluzzi tratta di diritto del lavoro?

Certamente . L’avv. Chiara Daneluzzi è avvocato giuslavorista e tratta cause e controversie di lavoro sin dal 1999. È membro del direttivo veneto di Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI) dal 2022, la più rappresentativa associazione specialistica del diritto del lavoro, che la certifica come avvocato del lavoro esperto.
Grazie all’esperienza maturata in molte cause di successo, lo Studio può offrirvi sia consulenza che assistervi in giudizio e patrocina ricorsi avanti TAR e Consiglio di Statoessendo l’avv. Daneluzzi anche Cassazionista.
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