10 consigli per chi inizia un lavoro stagionale

Come sappiamo, l’Italia è un Paese a vocazione turistica. In effetti turismo e vacanze sono una delle nostre più importanti industrie e, soprattutto nel periodo estivo, si attivano molti rapporti di lavoro.

Stai anche tu per intraprendere un lavoro lungo le nostre spiagge, magari come bagnino o cameriere? Oppure sei un giovane alle prima esperienza di lavoro? Ecco alcuni consigli per te. Leggi con attenzione!

Tempo di lettura: 12 minuti

Cosa intendiamo per lavoro stagionale?

Innanzitutto chiariamo cosa intendiamo per lavoro stagionale. Si tratta di un rapporto di lavoro caratterizzato dal termine, cioè non è un lavoro a tempo indeterminato ma è destinato a durare qualche mese, generalmente tre o quattro, in funzione di particolari esigenze di settore.

Naturalmente la stagione può essere quella estiva, nelle spiagge e località di villeggiatura al mare, ma anche invernale. È lavoro stagionale anche quello agricolo, collegato ai periodi di raccolta di particolari prodotti della terra, e possiamo avere lavoro stagionale anche nell’industria, in funzione di particolari produzioni.

Che differenze ci sono tra il lavoro stagionale e gli altri?

L’unica vera differenza reale tra il lavoro stagionale e le altre tipologie di rapporto lavorativo è la durata estremamente breve del lavoro stagionale rispetto agli altri.
Infatti, in linea generale i rapporti di lavoro possono essere a tempo indeterminato, cioè quando iniziano non viene previsto un termine, o a tempo determinato, quando il termine viene invece stabilito fin dall’assunzione.
Il rapporto di lavoro stagionale si caratterizza per la collocazione nel periodo estivo o invernale, e per la durata che solitamente è di tre o quattro mesi.
In generale, la stagionalità indica attività che si ripetono annualmente.

I nostri 10 consigli

1. Anche per un lavoro stagionale, pretendi il contratto!

Non farti raccontare che “in stagione si usa così” e che non serve firmare subito un contratto.
Non è assolutamente vero! Qualsiasi rapporto di lavoro deve iniziare con un contratto individuale, sottoscritto tra il lavoratore e il datore di lavoro. Il rapporto deve essere denunciato dal datore ad INPS ed INAIL tramite la dichiarazione UNILAV prima che tu inizi a lavorare.

Tanto per essere chiari: inizi a lavorare quando metti piede in azienda, ti viene detto cosa fare e cominci a svolgere i compiti che ti vengono assegnati. Quello è già inizio del rapporto lavorativo, quindi contratto e regolarizzazione devono avvenire prima di quel momento.

2. Controlla che nel contratto siano indicati orari, mansioni e paga

Cosa deve contenere un contratto? Il contratto individuale che firmerai deve indicare gli elementi essenziali del rapporto di lavoro, cioè le mansioni che svolgerai, l’inquadramento contrattuale e il contratto collettivo nazionale applicato (CCNL), patto di prova, retribuzione, destinazione del TFR, consenso al trattamento dei dati, orario di lavoro e diritto di prelazione di cui diremo meglio in seguito
Insomma, il contratto individuale deve renderti chiari mansioni, obblighi e diritti che assumi con la firma.  Se non ti viene fornito prima di iniziare a lavorare non è un buon segno, ma puoi comunque tutelarti. Continua a leggere e ti spiegheremo come.

3. Fatti pagare il periodo di prova

Altra leggenda metropolitana: la prova non deve essere retribuita. Ma è vero? No, decisamente sbagliato. Invece il periodo di prova è lavoro come tutto il resto, e va retribuito. L’unica differenza é che, durante il periodo di prova, sia il datore di lavoro che il lavoratore possono terminare il rapporto senza l’obbligo di fornire motivazioni né dare il preavviso.

Ma il patto di prova deve avere forma scritta: deve cioè essere previsto nel contratto che firmi, che deve precedere (non seguire!) l’inizio della tua prestazione lavorativa. Altrimenti è nullo per legge, con le conseguenze che ti spieghiamo più avanti nell’articolo.
Per ora ti basti sapere che comunque tu come lavoratore sei sempre tutelato.

4. Fatti dare un orario di lavoro preciso

Devi farti dare un orario di lavoro preciso, e lo devi osservare scrupolosamente, sia quanto all’inizio che al termine del servizio. Però anche il datore di lavoro deve rispettare il tuo orario!

Generalmente, a seconda delle mansioni, ogni settimana dovresti svolgere non più di 44 ore, salva diversa previsione del CCNL applicato e a seconda della tua mansione specifica.
Ciò significa che ogni ora in più che farai sarà considerata lavoro straordinario e dovrà essere pagata con la prevista maggiorazione.

Se durante il rapporto lavorativo gli straordinari non ti venissero retribuiti correttamente, niente paura: potrai sempre chiedere in seguito le differenze economiche. Però cerca di procurarti la prova degli orari che effettivamente svolgi (messaggi whatsapp, ordini di servizio, mail, testimonianze di clienti, colleghi, eccetera).

5. Controlla i turni di riposo

In linea di massima ti spettano 11 ore di riposo giornaliero tra un turno di servizio e l’altro. Inoltre hai diritto ad un giorno di riposo ogni sette di lavoro. In stagione tuttavia a causa delle particolarità di alcuni settori, questi riposi potranno essere fruiti in maniera un po’ più elastica. Però ti spettano, e non possono saltare. Se dovesse succedere, segnati le date e cerca di procurarti prova dei riposi e giorni “saltati”: al termine del rapporto si potrà richiedere all’azienda che li paghi.

Il “contropagamento” non è proprio come riposare: ricorda che il riposo serve a recuperare le energie e, se salti i riposi, subirai uno stress psicofisico eccessivo. Ma questo potrà essere oggetto di richiesta di risarcimento, che è una voce diversa dalla retribuzione dei riposi non fruiti.

Insomma, se il datore non rispetta i riposi, alla fine dovrà pagare sia l’equivalente economico (retribuzione) che una somma come risarcimento del danno fisico che ti ha provocato.

6. Pretendi ferie e permessi

Ebbene si: anche in stagione maturi un periodo di ferie, che corrisponde a 26 giorni all’anno. Nel caso del lavoro stagionale, questo periodo verrà ridotto proporzionalmente ai mesi di lavoro effettivi. Ma comunque ti spetta.

Se non ti fanno fruire delle ferie durante il periodo lavorativo, te le dovranno pagare in busta paga al termine del rapporto.

Approfitto per ricordarti che la fruizione delle ferie va concordata: non puoi pretendere un periodo piuttosto di un altro, ma nemmeno il datore di lavoro può importelo.
Resta salva la necessità di coordinamento delle ferie di tutti i dipendenti in modo da non creare disservizi all’azienda.

Hai anche diritto ad un certo numero di ore e/o giorni di permesso, retribuiti e non. Il numero di giorni ed ore che ti spetta è indicato nel CCNL. Sarà quindi opportuno verificarlo, anche se non è sempre semplicissimo. Restiamo a tua disposizione per ogni chiarimento e consulenza su questo aspetto.

Ad ogni modo, tanto per fare qualche esempio: se devi effettuare una visita medica specialistica o un esame diagnostico, magari prenotati da tempo, hai diritto a chiedere un permesso retribuito, e non ti devono “mettere in ferie. Così come se devi andare in tribunale perché sei stato citato come testimone, ti spetta un permesso retribuito, e non devi consumare un giorno di ferie.

7. Gestisci correttamente malattia ed infortunio

Anche con un rapporto di lavoro stagionale hai diritto alla copertura per malattia e infortunio, che quindi ti saranno pagati. Ricordati che hai l’obbligo di comunicare subito al datore di lavoro l’assenza e gli eventuali certificati.

Approfittiamo per dire anche che il datore di lavoro non ha titolo a conoscere la diagnosi (cioè il motivo dell’assenza, la tua patologia) ma solo i giorni di prognosi. I dati da sapersi saranno riportati nel certificato rilasciato dal tuo medico curante o dal Pronto Soccorso.

È anche importante che tu abbia ricevuto una formazione in merito alla sicurezza sul lavoro: anche in questo caso, cerca di recuperare prove al riguardo. La formazione sulla sicurezza è un preciso obbligo dell’azienda: il mancato rispetto comporta sanzioni e conseguenze anche molto gravi per il datore di lavoro.

8. Pretendi busta paga e retribuzione puntuale

È tuo preciso diritto essere pagato con puntualità ogni mese. Solitamente le aziende pagano nei primi giorni del mese successivo a quello di competenza. Informati sul giorno di paga in azienda: se non c’è una prassi precisa, il termine è comunque previsto dal CCNL.

Ogni ritardo nel pagamento è un inadempimento del datore di lavoro. Se succede più volte o il ritardo è importante (non un giorno o due insomma) giustifica le tue dimissioni con effetto immediato, senza obbligo di preavviso, che invece il datore di lavoro sarà costretto a pagarti essendo lui a violare gli obblighi di legge.

Ti spetta il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), che ti deve essere pagato al termine del rapporto di lavoro. E ricordiamo che l’azienda deve sempre consegnarti un prospetto paga, o busta paga, o cedolino, che potrai firmare per ricevuta.

Non firmare altre formule implicanti rinuncia ai tuoi diritti o che hai avuto già tutto quanto ti spetta. In realtà non hanno valore vincolante, ma se le firmi dovrai ricordarti di impugnarle per iscritto (raccomandata o PEC) entro 6 mesi dalla firma. Meglio evitare, insomma.

9. Esercita il diritto di prelazione

Pochi lo sanno, ma per legge se lavori come stagionale hai diritto ad essere richiamato anche la stagione successiva, con preferenza rispetto a nuovi lavoratori. Il contratto individuale di lavoro deve avvisarti di questo diritto, che però può essere indicato con il riferimento al CCNL.

Attenzione  che devi esercitare questo diritto entro massimo tre mesi dal termine del lavoro, con raccomandata A/R o PEC. Se non lo fai, perdi il diritto e l’azienda potrà assumere altri al tuo posto l’anno successivo. 

10. Controlla i contributi

Anche il rapporto di lavoro stagionale concorre alle settimane di contribuzione necessarie per avere diritto alla NASPI, cioè la vecchia indennità di disoccupazione. Quindi è importante verificare man mano, sulla propria area personale sul sito dell’ INPS, che l’azienda sia regolare nel versarti i contributi. Il nostro consiglio: appena firmi un contratto di lavoro, registrati o loggati sul sito dell’INPS e impara a verificare con regolarità la tua situazione contributiva.

e alla fine del tuo lavoro stagionale assicurati che…

Come abbiamo detto sin qui, abituati a verificare sempre le buste paga e i dati che espongono. Verifica che i giorni lavorati, quelli di assenza, le ferie e i permessi fruiti, siano corretti. Se hai un dubbio o qualcosa non ti convince, è bene contattare subito un esperto e far verificare la documentazione così da consentirti di tutelare i tuoi diritti.

E se il datore non paga?

Se malauguratamente il datore di lavoro non paga, come abbiamo scritto sopra, questo ti da il diritto di dare le dimissioni senza preavviso per inadempimento grave del datore.

Ma ricorda: le dimissioni devono essere rassegnate per iscritto e, oltre ad inviarle all’azienda, dovrai formalizzarle tramite sul dell’INPS, o tramite un patronato (sindacato).

Per non pregiudicare le tue ragioni, manda sempre prima un sollecito scritto, con mail o raccomandata A/R o almeno un messaggio whatsapp, in cui fai presente che il ritardo nei pagamenti non è più tollerabile e che, se non ti pagano entro un tot di giorni, darai le dimissioni.

In questo modo sarai nel giusto e avrai diritto a percepire TU l’indennità sostitutiva del preavviso, anziché vedertela decurtare in busta paga.

Se poi il datore continua a non pagare, o se comunque al termine del rapporto lavorativo non ti ha pagato tutto ciò che doveva, si può agire nei suoi confronti per tutelare i tuoi diritti con costi dell’avvocato a carico dell’azienda inadempiente.

Occorre però contattare un avvocato giuslavorista, cioè un avvocato esperto nel diritto del lavoro. Lo Studio Legale Daneluzzi tratta da diversi decenni in maniera prevalente il diritto del lavoro, e l’Avv. Chiara Daneluzzi è membro dell’Associazione degli Avvocati Giuslavoristi AGI sezione Veneto. 

In conclusione

Le buone norme per tutelarti nell’intraprendere un lavoro stagionale, come puoi leggere, non sono alla fine così distanti da quelle da seguire per le altre forme contrattuali.

Questo vademecum in buona parte vale anche per il lavoro non stagionale e, soprattutto se sei un giovane alle prime esperienze lavorative, ti sarà utile per orientarti perciò tienilo a portata di mano!

Abbiamo cercato di fornirti una guida rapida su come approcciarsi ad un rapporto di lavoro stagionale: nei casi di dubbio però evita il fai da te, che può pregiudicare irrimediabilmente la tutela futura dei tuoi diritti. E invece contatta rapidamente un esperto per sapere come affrontare le problematiche che potresti incontrare.

Lo Studio Daneluzzi tratta di diritto del lavoro?

Certamente . L’avv. Chiara Daneluzzi è avvocato giuslavorista e tratta cause e controversie di lavoro sin dal 1999. È membro del direttivo veneto di Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI) dal 2022, la più rappresentativa associazione specialistica del diritto del lavoro, che la certifica come avvocato del lavoro esperto.
Grazie all’esperienza maturata in molte cause di successo, lo Studio può offrirvi sia consulenza che assistervi in giudizio e patrocina ricorsi avanti TAR e Consiglio di Statoessendo l’avv. Daneluzzi anche Cassazionista.
Potete rivolgervi con totale fiducia allo Studio nelle sedi di Treviso, Venezia e Pordenone oppure, in prima istanza, da remoto.

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Avv. Chiara Daneluzzi
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