Mobbing e Straining, come riconoscerli e contrastarli

In questo articolo spiegheremo come riconoscere il mobbing e quali tutele possiamo invocare.

Tempo di lettura: 5 minuti

Cosa intendiamo per mobbing?

Con mobbing intendiamo la situazione in cui il datore di lavoro mira ad eliminare un lavoratore. Lo stesso potrebbe essere fatto dai colleghi. Il lavoratore viene quindi bersagliato da una lunga serie di atteggiamenti ostili con lo scopo di indurre le sue dimissioni. Insomma, un vero e proprio disegno persecutorio, che però può essere subdolo e quindi difficile da inquadrare.

Quali sono i riferimenti normativi?

Non esiste una vera e propria fonte normativa del mobbing. Il fenomeno non è infatti un istituto giuridico, ma una categoria creata dalla giurisprudenza, cioè dalle sentenze che negli anni lo hanno trattato.

Ad esempio la Cassazione con la recente ordinanza n. 38123 del 2.12.21 ribadisce che c’è mobbing se coesistono intento persecutorio del datore di lavoro, una serie di condotte a ciò finalizzate, e il nesso causale tra condotte datoriali e l’intento persecutorio.

Di fatto la fonte normativa indiretta è l’art. 2087 c.c., che impone al datore di lavoro di tutelare la salute sia fisica che psicologica del lavoratore. Quindi la condotta mobbizzante è illecita perché viola questo preciso obbligo di legge.

Donna con fazzoletto che subisce mobbing da colleghi ritratti sullo sfondo

Quali sono gli indizi che possono farmi capire di essere vittima di mobbing?

Sono vittima di mobbing quando datore di lavoro o colleghi mi bersagliano per parecchio tempo, con atteggiamenti ostili allo scopo di farmi dare le dimissioni.

Attenzione: serve un preciso disegno espulsivo. Non basta quindi qualche screzio, qualche antipatia personale od anche qualche singola situazione ingiustificata o fastidiosa

Deve sussistere un complesso di azioni sistematiche, con lo scopo preciso di espellere il dipendente dal posto di lavoro

E le azioni rilevanti per il mobbing potrebbero anche essere astrattamente lecite, di per sé, ma diventare illecite se considerate nel loro insieme.

Differenze tra mobbing e maltrattamenti

Molto spesso il lavoratore che si rivolge al legale crede di essere vittima di mobbing, ma in realtà subisce un altro genere di condotta illecita.
Ad esempio, i maltrattamenti. Che invece rappresentano un’altra situazione dalla quale ci si può tutelare, sia in sede civile che in sede penale

Analogamente per i maltrattamenti, possiamo agire in caso di un trasferimento che reputiamo ingiusto. Questo aspetto potrebbe far parte dell’azione di mobbing, sempre che siano presenti le condizioni precedentemente menzionate.

Tuttavia nel caso del maltrattamento possiamo avere anche un singolo episodio rilevante, che già comporta la punibilità del datore di lavoro. Nel caso del mobbing, invece, devono coesistere più elementi contemporaneamente: il preciso disegno di espellere il lavoratore, il complesso di azioni anche astrattamente lecite a ciò finalizzate, ed infine la durata nel tempo.

Le due fattispecie sono allora molto diverse, anche se a prima vista potrebbero sembrare uguali.

Cassazione 2024: è illegittimo anche lo straining

Talvolta, però, anche singoli gravi ed eclatanti episodi di vessazione possono comportare responsabilità risarcitoria del datore di lavoro, anche se non configurano mobbing. Questo accade quando si verifica il fenomeno che la giurisprudenza oggi qualifica come straining, ossia quel clima di elevata conflittualità e sofferenza indotta sul lavoro, che può determinare in capo al datore di lavoro la responsabilità ex art.2087 c.c. Vedi la recente pronuncia della Cassazione n. 4279 del 16 febbraio 2024.
Lo straining viene considerato una forma di mobbing “attenuato”: per lo più è integrato da un clima lavorativo altamente stressogeno, a causa di una pressione costante ed elevata posta in essere da un superiore gerarchico o dallo stesso datore di lavoro, e che è in grado di compromettere la salute psico fisica del lavoratore.

In quali casi è bene rivolgersi ad uno specialista?

E’ quindi molto difficile capire se si sia effettivamente in presenza di mobbing od altra situazione lesiva dei diritti del lavoratore. Oltretutto, in un eventuale giudizio è il lavoratore che deve fornire la prova dei vari elementi costitutivi del mobbing o dello straining. È allora necessario rivolgersi ad un esperto .

Se dunque ci sembra che sul posto di lavoro ci stiano facendo una guerra più o meno aperta, allo scopo di farci dare le dimissioni, o comunque che ci stanno facendo impazzire, e che la cosa stia durando ormai da parecchio tempo, è il caso di rivolgersi ad un legale esperto del diritto del lavoro, cioè un giuslavorista, per capire come tutelarci.

Lo Studio Daneluzzi tratta di diritto del lavoro?

Certamente . L’avv. Chiara Daneluzzi è avvocato giuslavorista e tratta cause e controversie di lavoro sin dal 1999. È membro del direttivo veneto di Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI) dal 2022, la più rappresentativa associazione specialistica del diritto del lavoro, che la certifica come avvocato del lavoro esperto.
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