Quanto tempo c’é per impugnare un bando?

Hai dubbi che il bando possa non essere corretto e vuoi impugnare un bando di concorso? Sai tutto su come regolarti quando partecipi ad un concorso pubblico?

Nell’articolo affrontiamo proprio queste tematiche, a partire da una molto comune. Cioè cosa fare se il bando sembra richiedere titoli esagerati.

Tempo di lettura: 3 minuti

Il bando: la legge del concorso

La prima cosa che devi sapere è che il bando è la lex specialis del concorso, come si dice in gergo tecnico. Il concorso si basa sia sulle leggi generali dello Stato che sulle specifiche regole poste dal bando. È dunque importante leggerlo bene dalla prima all’ultima riga.

Inoltre devi sapere che se ti sembra che qualcosa del bando non sia giusto o corretto, hai solo 60 giorni per agire. Infatti proprio perché il bando è il primo regolamento del concorso, se qualche sua norma ti danneggia o ti lede, devi impugnarlo entro 60 giorni.

Ricordiamo che il tribunale competente per questo genere di controversie è Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

Ma quando posso impugnare un bando? Quando ad esempio una sua norma mi danneggia, determinando la mia esclusione oppure diminuisce il mio possibile punteggio. Solo in questo caso avrò il così detto interesse ad agire che è necessario per poter impugnare il bando.

Quanto abbiamo scritto può verificarsi in molti casi, ma una situazione tipica è quanto il bando richiede titoli “esagerati”, cioè eccessivi per il posto messo a concorso.

sfondo bando di concorso

Un caso di esempio su quando impugnare un bando

Una docente impugnava la propria esclusione da un concorso per 500 posti da funzionario pubblico di area non dirigenziale. In effetti il bando richiedeva dei titoli post universitari ritenuti sproporzionati ed eccessivi, non giustificati dal livello di posti messi a concorso. In prima battuta il TAR rigettava il ricorso. La ricorrente proponeva allora appello al Consiglio di Stato che con sentenza n. 6972/2019 ha accolto la tesi della docente.

Infatti la pubblica amministrazione ha una ampia discrezionalità nella individuazione dei titoli per partecipare ad un concorso. Ma il livello dei titoli non deve essere sproporzionato rispetto alle competenze professionali richieste dal posto messo a concorso. Diversamente, tale sproporzione risulta illegittima e il Tribunale può annullare la relativa clausola del bando.

Comunque anche in seguito TAR e Consiglio di Stato hanno ribadito questi concetti con ulteriori sentenze. La giurisprudenza sul punto è quindi consolidata.

Come muoversi?

Sarà allora importante rivolgersi ad un avvocato amministrativista appena ti accorgi che un bando, per come è formulato, può limitare la tua partecipazione al concorso o le tue chances di piazzamento utile in graduatoria.

Una corretta valutazione iniziale può veramente fare la differenza ed evitarti di sprecare una grossa opportunità. Infatti in molti casi l’azione corretta può imporre all’amministrazione di correggere un bando mal fatto e rimetterti in pista. Ricordiamo infine che nella maggior parte dei casi la sentenza condanna l’amministrazione anche a rifondere le spese legali del ricorrente.

L’importante è non perdere tempo perché nell’ambito amministrativo i termini per impugnare sono stretti ed inderogabili. Richiedi un parere o una consulenza!

Lo Studio è abilitato a trattare diritto amministrativo?

Sicuramente . Lo Studio Legale Daneluzzi tratta da decenni di diritto amministrativo, ottenendo molti successi in materia.
L’avv. Chiara Daneluzzi è avvocato amministrativista sin dal 1999, tratta ed è esperto in controversie con la Pubblica Amministrazione ed è membro della prestigiosa Associazione Avvocati Amministrativisti. Lo Studio può offrire sia consulenza che assisterti in giudizio e patrocina ricorsi avanti TAR e Consiglio di Stato, essendo l’avv. Daneluzzi anche Cassazionista.
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